L’accesso al credito è piuttosto complesso. Le banche infatti richiedono garanzie che, in certi casi, possono addirittura apparire anacronistiche (es. il posto di lavoro a tempo indeterminato). A complicare la situazione può intervenire l’iscrizione al SIC, acronimo di Sistema Informazioni Creditizie, che comprende una lista dettagliata dei cattivi pagatori e, in generale, le informazioni circa il rapporto tra i debitori e il credito.
Finirci è facile, e lo è soprattutto in questo periodo di crisi. I motivi dell’iscrizione possono essere il mancato pagamento di una rata, un ritardo superiore al mese, ma anche l’emissione di assegni scoperti (in questo caso si parla di protestati) e così via.
Il panorama è compromesso da altri due problemi. Il primo è che, ancora oggi, il cittadino rischia di essere all’oscuro della sua presenza in questa lista nera. Fino all’intervento del Garante, infatti, il SIC non era tenuto a informare dell’avvenuto inserimento. Dunque, molti sono stati inseriti senza che abbiano ricevuta adeguata comunicazione. La conseguenza è il rischio di vedersi rifiutare il finanziamento e non capirne la ragione.
Il secondo problema è più banale: il SIC non è infallibile. Le banche possono commettere errori, tra cui quello di omonimia. Questo vuol dire che alcune persone sono state inserite senza alcun motivo, per sbaglio.
Fortunatamente, esistono le soluzioni a questi problemi. Ecco quali sono.
Va considerato anche un altro fatto: spesso chi figura come “cattivo pagatore” ha semplicemente ritardato il pagamento di una rata, per giunta in tempi remoti. Secondo la normativa, se il pagamento è stato saldato, il nome dovrebbe essere cancellato.
E’ ovvio, quindi, che il primo passo verso la cancellazione consista nella certificazione della propria presenza nella lista dei cattivi pagatori. Come fare? E’ semplice: basta fare richiesta di accesso ai dati. La normativa prevede questa possibilità, anche se a pagamento. Il SIC, comunque, è comodo da visionare, dal momento che è online.
Il secondo passo è richiedere un certificato che attesti la propria presenza, dunque un documento ufficiale che metta nero su bianco il risultato della ricerca. Infine, va fatta domanda di cancellazione direttamente al Presidente della Camera di Commercio, ponendo molta attenzione alla causale, quindi ai motivi della cancellazione, allegando il maggior numero di documenti possibili che attestino l’illegittimità della qualifica di cattivo pagatore.
Il costo dell’accesso ai dati è di 2 euro, quello del certificato è di 5 euro. Costa infine 8 euro fare la richiesta. Se tale processo di realizza per mezzo di un intermediario, i costi salgono e possono arrivare anche a 60 euro.
La cancellazione dal registro dei cattivi pagatori (cattivi pagatori cancellazione) aumenta in misura sensibile le proprie chance di conseguire un finanziamento.