Respinta la richiesta di sospensiva cautelare della circolare di Bankitalia. La decisione del Tar del Lazio salva la riforma Renzi sulle popolari, oggetto proprio della circolare in questione.
Se fossa andata in porto la mozione di sospensione avrebbe modificato aspetti fondamentali della normativa, in particolare per quanto riguarda il divieto di costituire una holding cooperativa come controllante di un istituto e il diritto di recesso dei soci contrari alla trasformazione in società per azioni.
Nonostante la riforma abbia superato l’ostacolo legale, la situazione rimane molto delicata per Veneto Banca, che nelle ultime settimane ha visto le dimissioni sia del presidente Francesco Favotto, che del vice presidente Alessandro Vardanega.
Dal canto loro gli azionisti hanno già preso dei provvedimenti per evitare la “svendita” dell’istituto e tirarlo fuori dalla situazione di criticità in cui si trova. Ricordiamo infatti che veneto banca ha subito una perdita di ben 770 milioni di euro in soli 9 mesi.
Nasce così “Per Veneto Banca”, un’associazione che riunisce 200 soci “forti” e che ai numeri attuali vale l’8% dell’azionariato. Costituito pochi mesi fa quest’organismo si pone come obiettivo il benessere della banca, cercando innanzitutto di evitare nuove perdite e incentivando la trasformazione in società per azioni.
Stando alle ultime dichiarazioni di alcuni membri, pare che la associazione azionisti Veneto Banca stia mettendo a punto un patto parasociale. Accordo che vedrebbe impegnati una ventina di soci, detentori del 5% del capitale sociale della banca.
Decisione confermata dai rappresentati della formazione, che l’hanno definita una scelta di correttezza e trasparenza formale in vista della prossima scadenza assembleare, fissata per il 19 dicembre.
Sebbene l’obiettivo del patto sia di far valere le richieste degli azionisti, quanti aderiscono non saranno costretti ad uniformarsi al voto di maggioranza, ma saranno soggetti solo a obblighi di preventiva consultazione. Sarà dunque lasciata la massima libertà di espressione.
Sembra comunque improbabile che nascano contrasti tra azionisti e management in merito alla trasformazione della banca in Spa. I conflitti potrebbero crearsi però per quanto riguarda la quotazione in Borsa.
Già a settembre infatti il presidente di Per Veneto Banca, Diego Carraro ha dichiarato che la associazione azionisti Veneto Banca preferirebbe ritardare il più possibile l’ingresso a Piazza Affari, che se arrivasse troppo presto porterebbe a una perdita di valore dell’istituto.