Gli ultimi dati pubblicati dall’Abi sul credito in Italia sono più che confortanti. In generale, e su tutti i fronti, si registra una forte ripresa del mercato concernente i finanziamenti. I dati sono frutto di uno studio realizzato su un campione, abbastanza esteso, di 80 istituti, e mettono a confronto il primo semestre del 2022 con lo stesso periodo di quest’anno.
Per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese, si evidenzia un balzo in avanti degli importi, + 16%. Anche sul fronte del credito al consumo si registra un’impennata, che nello specifico è del 18%. Il dato più interessante, addirittura al di là di ogni attesa, è quello sui mutui accesi con finalità di acquisto di una abitazione.
Si parla di uno scatto del 76,5%. Nel primo semestre del 2022, il totale degli importi erogati attraverso questi prodotti finanziari ammontava a 11,794 miliardi di euro. Nel primo semestre del 2015 ha toccato quota 20,777 miliardi di euro. Si registra anche una leggera preferenza per il tasso variabile, che ha interessato il 52,8% delle scelte, anche se a giugno il 60% dei mutui accesi è stato a tasso fisso.
Insomma, il mercato del credito, dopo anni di contrazione, si è finalmente messo in sesto, sia per ciò che concerne i finanziamenti alle imprese sia per ciò che riguarda i finanziamenti ai singoli e alle famiglie.
Quali sono le ragioni di questa ripresa? La risposta è molto semplice, anche perché, se è vero che questi numeri hanno stupito un po’ tutti, una espansione era ampiamente prevista. Il mercato sta finalmente crescendo, e lo sta facendo sulla scorta delle mosse di politica monetaria avanzate dalla Bce. Mosse che sono iniziate qualche anno fa, con il graduale taglio dei tassi di riferimento, ora quasi pari a zero, e che hanno raggiunto il loro culmine con l’introduzione del Quantitative Easing.
A pesare è stato anche l’ultimo LTRO, che ha immesso una massiccia liquidità nelle banche, vincolandole proprio alla concessione del credito (a differenza di quanto fatto in occasione del primo LTRO, varato a partire dal 2011).
E’ evidente che se le banche godono di molta liquidità, e soprattutto di liquidità a costo zero, o quasi, sono più propense a concedere finanziamenti, ed infatti è proprio quello che è successo.
Di pari passo sono aumentate anche le richieste. Tutto molto logico, dal momento che gli interessi sono scesi a livelli molto bassi, soprattutto per effetto del caso dei tassi interbancari. L’EURIBOR e l’EURIRS sono ai minimi, in particolare i primo (e in particolare quello a tre mesi, addirittura negativo).