Nonostante l’enorme importanza ricoperta dai mutui per il sistema creditizio, gli oggetti di finanziamento non si riducono alle abitazioni. Molto spesso, la richiesta di un prestito viene avanzata per sostenere le spese di acquisto di beni di varia natura. Tra queste spicca l’automobile, spesso strumento necessario per poter esercitare la propria professione o per garantirsi un tenore di vita accettabile.
Gli istituti hanno da tempo intercettato questa esigenza e hanno quindi proceduto con l’inserimento nelle proprie offerte di prodotti finanziari specificatamente dedicati all’acquisto dell’automobile. I prestiti possono essere dei finanziamenti auto usate, come possono coinvolgere le auto nuove. In ogni caso, i limiti sono sempre quelli: copertura dell’80-85% del prezzo di acquisto e tetto di 35.000 euro. Ovviamente, questo limite acquisisce un significato chiaro nel caso di acquisto di una auto nuova, sebbene alcune auto usate – principalmente di lusso – coinvolgano importi certamente superiori.
Alcuni istituti si distinguono per l’inserimento di alcune opzioni che vanno a vantaggio degli acquirenti. Opzioni che cercano di rendere i finanziamenti auto usate (e non) più flessibili, come la possibilità di abbassare la rata (aumentando così il periodo di rimborso) o di sospenderla.
Tutte le offerte condividono però altre caratteristiche, oltre alle soglie sull’importo. Tra i punti in comune più ricorrenti, troviamo il modo di intendere il rimborso. In genere questo si declina in un arco di tempo piuttosto ristretto: si va da un minimo di sei mesi a un massimo di cinque anni.
In alcuni casi, sono le concessionarie a occuparsi dei finanziamenti auto usate e nuove. Nella fattispecie, le concessionarie hanno stipulato un accordo con degli istituti bancari. In genere, le condizioni di rimborso sono più rigide e meno favorevoli rispetto alle situazioni in cui ci si rivolge direttamente alla banca.
In televisione, e precisamente negli spot, sono abbondanti i riferimenti ai prestiti finalizzati all’acquisto di una auto. Il messaggio pubblicitario è attraente ma rischia spesso di omettere qualcosa. Ciò è particolarmente vero quando vengono promossi finanziamenti a tasso zero. Ebbene, nella maggior parte dei casi si tratta di un artificio linguistico (e anche logico).
Nessun finanziamento può essere a tasso zero, altrimenti l’erogatore del credito non avrebbe nessun tornaconto e, anzi, viste le spese di gestione, andrebbe in perdita. Dunque, cosa vuol dire quell’espressione? Molto banalmente, il messaggio si riferisce al TAN, che è il tasso annuale calcolato escludendo le spese aggiuntive e accessorie. Ecco quindi svelato l’arcano: quando il TAN è a zero, il TAEG (ossia il TAN più le altre spese) lievita a dismisura.