I mutui ristrutturazione sono tra i prodotti finanziari più diffusi, è frequente infatti che un’abitazione necessiti di impegnative opere di riammodernamento, tanto da richiedere somme oltre che vanno la disponibilità del proprietario dell’immobile.
Questo tipo di finanziamenti diviene più conveniente quando a essere ristrutturata è la prima casa. Ovviamente per assegnare a un’abitazione al ruolo di “principale” è necessario fissarvi la residenza e comunicarla agli enti preposti.
La comunicazione è importante anche perché il legislatore ha disposto la possibilità di usufruire di detrazioni nel caso in cui si stipuli un mutuo per la ristrutturazione della prima casa. Le detrazioni avvengono sull’aliquota Irpef e coinvolgono esclusivamente gli interessi passivi.
La questione mutui ristrutturazione detrazione interessa anche una forma più atipica di finanziamento, ossia i mutui di acquisto e ristrutturazione.
Spesso la detrazione è oggetto di dubbi e confusioni per il contribuente, la ragione è semplice: il legislatore opera una distinzione importante tra questa e un’altra opportunità, ma tale distinzione non è intuitiva. A generare confusione è la compresenza delle detrazioni legate al finanziamento e quelle correlate alla spesa.
Chi investe per ristrutturare casa ha diritto ad agevolazioni fiscali IRPEF sulla spesa sostenuta, ma ciò non significa dover rinunciare al bonus sugli interessi passivi, nel caso in cui abbia finanziato la spesa attraverso l’accensione di un mutuo.
Certo, bisogna fare il punto sui numeri. Le detrazioni sui mutui ristrutturazione sono regolamentate da un’aliquota del 19% da porre in relazione agli interessi passivi. La detrazione sulla spesa fa invece riferimento a un’aliquota al 50 o al 65% (in caso di concomitante riqualificazione energetica).
Un altro punto che genera perplessità è costituito dal fattore tempo. Le spese di ristrutturazione, la ristrutturazione stessa e l’accensione del muto relativo possono determinarsi su archi temporali differenti. È lecito quindi chiedersi quali siano le conseguenze se tutte e tre le fasi avvengono in momenti molto distanti tra loro.
Il legislatore ha utilizzato criteri piuttosto flessibili. In buona sostanza, tutto deve avvenire entro un anno e mezzo. In particolare è previsto che la spesa preceda il finanziamento, o che il finanziamento preceda la spesa (sempre entro il limite dell’anno e mezzo).
Un altro limite è di tipo quantitativo. La detrazione è del 19%, ma non può superare, in termini assoluti, i 760 euro (in tal modo, gli interessi passivi non dovrebbero essere superiori a 4.000 euro).
Per maggiori informazioni sui mutui più convenienti vi invitiamo a visitare il portale specializzato in finanziamenti ex Inpdap Inps mutuoinpdap.org.