Con la soppressione dell’Inpdap le sue funzioni sono state trasferite all’Inps, che adesso gestisce anche le forme agevolate di accesso al credito destinate a dipendenti e pensionati pubblici. Finanziamenti adatti a esigenze diverse, con periodi di ammortamento che variano da 12 a 120 mesi, per somme che dipendono in misura diretta dall’entità di stipendio o pensione del richiedente.
Il Piccolo prestito, ad esempio, permette di conseguire una cifra utile alla soddisfazione di piccole urgenze quotidiane, da una a otto mensilità nette di stipendio o pensione. I piano di ammortamento, invece, si sostanziano in periodi da 12, 24, 36 o 48 rate mensili.
Uno dei vantaggi è la possibilità di inoltrare la richiesta in assenza di motivazioni documentate. Il cliente deve considerare comunque l’incidenza di un Tan del 4,25%, cui si aggiungono spese di amministrazione, corrispondenti allo 0,50%.
Il Prestito pluriennale diretto prevede un piano di ammortamento quinquennale oppure decennale. A dispetto del Piccolo prestito, la domanda deve essere accompagnata da una documentazione di spesa.
I beneficiari sono gli ex iscritti Inpdap che possono vantare almeno quattro anni di contributi. L’entità della rata non può superare un quinto di stipendio o pensione. Sulla rata gravano un Tan pari al 3,50% e spese di amministrazione dello 0,50%.
Diversa l’offerta che interessa i Prestiti pluriennali garantiti. L’erogazione non si realizza direttamente da parte dell’Inps, ma da banche o finanziarie convenzionate. Non possiamo quindi stabilire a priori i tassi applicati, per i quali vi consigliamo di farvi rilasciare un preventivo gratuito dagli istituti di credito coinvolti.