Prestiti tra privati: come sottoscriverli? Hanno valore?

Prestiti tra privati: che caratteristiche devono avere

Come funzionano i prestiti tra privati? Hanno valore legale? Sono queste le prime domande che si pongono quanti sono alla ricerca di soluzioni alternative ai finanziamenti erogati da banche e finanziarie. Abbiamo deciso di fare chiarezza partendo dalle ultime disposizioni espresse dalla Corte di Cassazione.

La Suprema Corte, nella sentenza numero 2.404 del 2010, ha chiarito che i prestiti tra privati possono stabilirsi a condizione che l’erogazione si verifichi in modo occasionale e non si tenga nei confronto del pubblico in maniera abituale.

È consigliabile utilizzare un contratto scritto e ciò per almeno due ordini di ragioni:

  • anzitutto per evitare problemi nell’ambito di eventuali accertamenti fiscali. L’Agenzia delle Entrate potrebbe ritenere sospetta la cifra conseguita o fornita. In sostanza potreste essere accusati di condurre del cosiddetto lavoro “nero”, e ciò produrrebbe sanzioni amministrative. Un contratto scritto permette invece di chiarire in modo inequivocabile la propria posizione, ossia il prestito sottoscritto;
  • attraverso il contratto i soggetti coinvolti possono definire tutti gli elementi pertinenti il finanziamento: garanzie, piano di rimborso, scadenza rate, tasso di interesse e altro ancora. Si può quindi stabilire cosa accadrà qualora il debitore risulti insolvente.

Prestito tra privati: i contenuti del contratto

Quali sono quindi gli aspetti da riportare sul contratto? Vanno anzitutto indicati gli estremi dei soggetti coinvolti, cui vanno aggiunte le modalità di erogazione e rimborso, scadenza del piano di ammortamento, penali nell’eventualità di ritardo, tasso di interesse.

Ogni pagina del contratto deve essere firmata da tutti i contraenti. Perché la data in cui è stato sottoscritto il contratto sia appurata, è necessario recarsi in posta e farsi timbrare con la data ogni pagina.

Oltre agli aspetti formali che interessano direttamente il contratto, vanno considerati gli effetti sotto il profilo fiscale:

  • se è applicato un tasso di interesse alla cifra erogata, il creditore deve aggiungerli alla propria dichiarazione dei redditi;
  • quanti invece sostengono gli interessi non hanno la facoltà di detrarli nella denuncia dei redditi. Si tratta di un’opportunità che riguarda solo i finanziamenti forniti dagli istituti di credito.

Prestiti privati, la registrazione del contratto

La registrazione del contratto comporta una serie di oneri economici:

  • imposta di bollo (16 euro per ogni quattro facciate del contratto);
  • imposta di registro (corrispondente al 3% della somma oggetto del prestito);
  • qualora siano fornite garanzie, vanno poi sostenute: imposta di registro (0,50% sulla somma ipoteca o fidejussione), imposta ipotecaria (2% dell’ipoteca).

La registrazione del contratto è indispensabile esclusivamente se il contratto assume al forma di “scrittura privata” oppure “contratto”. Non è necessaria la registrazione qualora il contratto sia sottoscritto in forma “per corrispondenza”.

Prestiti tra privati